"Di padre in figlio" è lo slogan che accompagna da anni la Lazio perché la Lazio è un’ eredità che si tramanda.
Oggi facciamo una capatina in casa Mihajlovic non per parlare di Sinisa, bensì di suo figlio Dusan.
Salvo poche eccezioni, i 18 anni di festeggiano tra grandi party, bei vestiti, nottate folli come rockstar in discoteca.
Quest’anno il coronavirus ha chiuso il mondo in quarantena e baby Mihajlovic è stato costretto a rinunciare al "festone" .
Nel giorno del suo compleanno però, ha postato una foto su Instagram con la felpa degli Irriducibili, i pantaloncini della Lazio e davanti una bella torta.
Dusan ha così gridato al mondo la maggiore età e la fede laziale. 
Ma come è nato questo grande amore biancoceleste?
Merito sicuramente di Sinisa che la passione l’ha portata dal campo fin dentro casa.
Il ragazzo a Radio Incontro Olympia, ha anche parlato della malattia che ha afflitto suo papà.
«Papà sta bene, il peggio è passato, ora si allena sempre, gioca a padle. 
Dovevo nascere della Lazio per forza, con un padre così anche lui laziale, ha vinto tutto con questi colori, non potevo nascere di un’altra squadra. 
Mi piace anche andare in curva, mi ha sempre appassionato il tifo della Curva Nord che per me è la tifoseria migliore del mondo. 
Lazio-Bologna del 29 febbraio l’ho vista in tribuna. Papà a fine partita era contento, anche perché gli avevano riservato una bellissima accoglienza. 

I miei idoli da bambino, oltre a mio padre, erano Zarate e Klose. 

La ripresa? Adesso per i ragazzi di Inzaghi sarà più dura, è fondamentale non fare errori. Se ci credo? Non voglio dire niente, non mi sbilancio. 

Purtroppo non ho lo stesso piede di papà, non sono bravo come lui».

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